Porta Ravaldino
Porta Ravaldino è il più misterioso dei varchi principali d’accesso alla città, quando ancora era cinta dalle mura. Fino al XIV secolo, la porta originaria si trovava circa a metà dell'attuale Corso Diaz e recava il nome di Porta Merlonia. Non a caso, durante il Medioevo Borgo Ravaldino era ancora chiamato Borgo dei Merloni. L’archeologo Antonio Santarelli, tra il 1904 e il 1905, scoprì i resti di un imponente muro in via Primavera e di un altro al quale si univa: si trattava delle fondamenta della vecchia Porta Merlonia, davanti a cui scorreva il fossato che delimitava il confine pedemontano della città. L’antica Porta di Ravaldino, a detta del cronista Aurelio Silvestrini, “era costruita come quella di Schiavonia”. Fu rinnovata completamente nel 1494 per iniziativa di Caterina Sforza: la “first Lady” completò il giro dei bastioni e scavò il fossato esterno attorno all’Urbe, “da qui sino alla Torre dei Quadri”, come scrive Gilberto Giorgetti in “Foto di Famiglia, Forlì Ieri e Oggi”. Diventata pressoché un rudere, subì danni irreparabili per il sisma del 1870, infatti il 30 ottobre di quell’anno, il territorio di Forlì subì una scossa di terremoto definita da più fonti “rovinosa”.