Adolfo Wildt nacque il primo marzo 1868 a Milano da una famigli di umili origini, primo di sei figli, a nove anni fu costretto a lasciare la scuola e iniziò a lavorare come garzone presso un barbiere, poi da un orafo e in seguito da un artigiano marmista. Lavorò poi presso botteghe di altri scultori, tra cui quella di Giuseppe Grandi e frequentò la Scuola Superiore d'Arte Applicata a Brera e, successivamente, il corso Accademico di Disegna e Figura. Nel frattempo affinò la lavorazione del marmo presso gli studi dei maggiori scultori lombardi lavorando per loro come finitore. Nel 1891 sposò Dina Borghi che lo rese padre di Artemia. Tre anni più tardi suggellò un contratto con il collezionista Franz Rose, che si assicurò con questo il primo esemplare di ogni opera in cambio di uno stipendio annuale al giovane scultore. Negli anni tra il 1896 e il 1899 nacquero i figli Francesco e Alma; questo fu il periodo in cui cominciò a viaggiare esponendo le sue opere in molte città straniere come Monaco e Berlino. Dopo un periodo di scarsa produzione artistica nel 1913 gli venne conferito il Premio Principe Umberto per il progetto della fontana “ La Trilogia” alla mostra della secessione di Monaco. A partire dall’anno successivo partecipò a molte rassegne italiane e internazionali come l’Esposizione Nazionale di Brera e l’Esposizione internazionale della società degli Amatori e Cultori. Qualche tempo dopo Wildt aprì a Milano una Scuola privata d’arte del marmo che verrà poi registrata tra i corsi dell’Accademia nel 1927; tra i suoi allievi più famosi vi furono Lucio Fontana, Luigi Broggini e Fausto Melotti. Nel 1929 venne nominato membro dell’ Accademia d'Italia, partecipò inoltre alla seconda Mostra del Novecento a Milano, Nizza, Ginevra e infine Oslo. Adolfo Wildt morì a Milano il 12 marzo 1931.