Oratorio San Sebastiano

Oratorio San Sebastiano

L'Oratorio San Sebastiano è forse l’edificio forlivese che meglio esprime la cultura di matrice melozzesca. Sorse su modello di Pace Bombace (1440-1500), architetto e "ricamadore". Pace, artista che appartenne alla "brigada del Melozzo", elaborò un modello architettonico per la cui realizzazione si iniziò ad operare attorno al 1500, come rivela Novacula e conferma lo stesso testamento di Pace. I lavori si conclusero poi nell’aprile 1502, cioè due anni dopo la scomparsa del Bombace.
A testimoniarlo è un’iscrizione posta nella volta absidale: "Io Ieronimo de Ginoco fece fare adi primo d’aprilo 1502".

L’oratorio presenta un corpo principale a croce greca e un atrio sormontato da cupola, con l'esterno in mattoni. L’aspetto interno è caratterizzato oggi dalla dicromia dell’intonaco chiaro e delle decorazioni in cotto che si sovrappongono agli elementi strutturali. La bellissima ornamentazione plastica è stata attribuita all'architetto ravennate Bernardino Guiritti. E’ qui visibile in parte la struttura gotica preesistente, che ha determinato uno sfalsamento dell’ingresso rispetto al corpo centrale, con un incastro irregolare del tamburo di coronamento. All'interno si conservano lacerti di una decorazione affrescata. Un tempo sede della confraternita dei Battuti Bianchi, l’edificio, oggetto di un accurato restauro tra il 1978 e il 1982, è oggi utilizzato per mostre temporanee.

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Oratorio San Sebastiano, esterno Oratorio San Sebastiano, esterno Oratorio San Sebastiano, esterno Oratorio San Sebastiano, interno, soffitto, Alan Piscaglia Oratorio San Sebastiano, interno, Alan Piscaglia
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