Porta Schiavonia
Al termine di Corso Garibaldi troneggia l’imponente Porta Schiavonia che fu edificata alla fine del Seicento nel corpo della fatiscente Rocchetta di Schiavonia, sorta per il controllo dell'accesso da Faenza. E l'unica tra le quattro originarie porte ad essere sopravvissuta alla ristrutturazione urbanistica ottocentesca che prevedeva lo sventramento della cintura di contenimento delle mura e l'abbattimento delle porte. Oggi, degli oltre cinquemila metri di mura, restano scarsissime tracce: due avanzi di torrioni della Rocchetta di Schiavonia, in Piazzale Porta Schiavonia, e gli ultimi consistenti spezzoni della cinta murata lungo la via del Portonaccio. La porta prende il nome dal rione che si estende lungo corso Garibaldi. Gli antichi cronisti preferivano darle un nome simile a quello dialettale: S-ciavanì, sovente senza l'acca che indurisce il tutto.